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Censimento in Italia

In tempi più recenti rilevazioni demografiche più precise e sistematiche si tenevano in città come Venezia, Napoli, Firenze e Siena nel XV e XVI secolo. Si tratta più che altro di rilevazioni catastali (la prima a Firenze, nel 1427), legate a determinare la quantità di imposte da versare, in base alle proprie condizioni patrimoniali.
I primi censimenti moderni, che tengono conto di tutti gli abitanti in uno stesso momento e per tutto il paese, si hanno in Svezia nel 1749 e negli Stati Uniti dal 1790. Il ritmo periodico viene introdotto solo in età contemporanea: i più regolari sono gli Stati Uniti, che eseguono censimenti ogni dieci anni, termine temporale adottato poi in quasi tutti i paesi. Anche il giorno scelto per il censimento è importante: se in passato non si dava peso a questo elemento, oggi si evitano quelle stagioni in cui la mobilità è elevata.
In Italia il primo censimento ufficiale (conosciuto come censimento generale della popolazione e delle abitazioni) risale solo al 1861, cioè subito dopo l'Unità d'Italia. Da quel momento le tornate censuarie si sono susseguite ogni dieci anni con le eccezioni del 1891, per le difficoltà finanziarie in cui versava il Paese, e del 1941, a causa della guerra. Un'altra eccezione è il censimento del 1936, svolto a soli cinque anni dal precedente a seguito di una riforma legislativa del 1930 che ne aveva modificato la periodicità, subito dopo riportata a cadenza decennale e rimasta invariata fino a oggi (ultima rilevazione: 9 ottobre 2011). A partire dalla sua fondazione, nel 1926, a occuparsi dei censimenti è l'Istituto nazionale di statistica (Istat). Dal 2018 il censimento ha cadenza annuale ed è su base campionaria, come indicato nella lettera dell’Istat spedita appunto al campione di cittadini scelti. Molti paesi del mondo non hanno ancora censimenti o li hanno di tipo elementare; in molti casi i registri non esistono o sono in cattivo stato di organizzazione. In alcuni paesi la registrazione è obbligatoria solo per le nascite e per le morti (non esistono, per esempio, statistiche sui matrimoni); altrove è obbligatoria solo per una parte della popolazione.
La disponibilità di statistiche è particolarmente scarsa in Africa, in Asia e in parte dell'America latina.